- Sigmund
Freud definiva l'ansia come un affetto dell'IO.
- L'ansia è
un segnale che vuole venire a contatto con la nostra
consapevolezza, con la nostra coscienza, per comunicarci
qualcosa che non sempre siamo in grado di decifrare
spontaneamente.
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Normalmente funziona da richiamo per la nostra attenzione, ci
mette in uno stato di attivazione nelle situazioni di pericolo,
acutizza i nostri sensi con la funzione naturale di aiutarci a
migliorare le prestazioni e a realizzare obbiettivi a volte
indispensabili per la vita stessa. Non c’è da stupirsi quindi
che accompagni l'uomo dai tempi più antichi, dove un ambiente
intriso di minacce richiedeva sensi acuti e prestazioni elevate
per fronteggiare efficacemente situazioni di pericolo o di
caccia per la sopravvivenza e l'autosostentamento.
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- Entro una
certa soglia infatti l'ansia migliora le prestazioni (tanto che
si parla di ansia positiva o ansia di adattamento).
Quando però si supera una certa soglia ovvero il meccanismo di
risposta di adattamento continua a persistere anche in assenza
di esposizione a situazioni ambientali ansiogene, si parla di
un’ansia patologica, caratterizzata da uno stato
permanente di tensione, che compromette le capacità operative e
di giudizio, facendo precipitare le prestazioni del soggetto e
accompagnandosi a sensazioni di disagio e sofferenza.
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- Nel corso
degli anni le civiltà si sono evolute e l'attenzione dell'uomo
si è spostata dalla sopravvivenza vera e propria alla ricerca
del successo personale e dell'affermazione sociale.
- Ciò su cui
ci si confronta e che assorbe sempre più l'impegno dell'uomo
moderno è l'idea del successo legata al lavoro, al potere
economico, al possesso di beni di consumo (casa, auto,
abbigliamento, tecnologie domestiche, viaggi) che rischia con
estrema facilità di essere estesa anche alla dimensione
affettiva: famiglia, coppia, amici.
- Entro quest’ottica i ritmi di vita crescono freneticamente, l'azione
lascia poco spazio alla riflessione se non attraverso pensieri
standardizzati del tipo: "devo impegnarmi di più”, “sto
andando bene”, “sto andando male”, “non sono
sufficientemente bravo”, “sono più in bravo del mio
collega”.
- Quando
questi diventano gli unici pensieri attorno a cui gira la nostra
esistenza, ecco arrivare l'ansia, sottoforma di insinuante
paura di perdere tutto. L'ansia di non farcela, di
rimanere indietro, di venire tagliati fuori.
- Le
preoccupazioni diventano ossessioni, fantasmi,
oggetti interni persecutori, che ci invadono anche nei
momenti e nelle situazioni inaspettate, ostacolando le attività
della vita quotidiana.
- La comparsa
dell’ansia allora rappresenta il segnale interiore che ci spinge
a fermarci a riflettere sul senso delle nostre azioni, dalle
quali siamo stati evidentemente sovrastati.
Al di là
del livello delle nostre prestazioni e dei traguardi di vita
raggiunti, l'ansia svolge comunque la sua funzione determinante:
mette in discussione le nostre azioni automatizzate e ci obbliga
al confronto con noi stessi.
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- L'ansia
nasce in conseguenza a un modello culturale (individuale e
sociale) del non volersi mai fermare a riflettere, perché
fermarsi è una perdita di tempo, un lusso che non
possiamo concederci, perché chi si ferma è perduto,
perché noi dovremmo essere sempre al posto giusto nel momento
giusto e sapere sempre cosa fare. L’ansia ci ricorda
che tutte queste sono solo fantasie, false strategie,
agiti emozionali, che ci danno solo l’illusione di essere
padroni della nostra vita ma a lungo andare ci consumano dentro
e ci impediscono di vivere in una dimensione di equilibrio e
benessere.
- L'ansia
serve a disintegrare tale illusione, a spazzarla via e a
metterci in condizione di fare una pausa, tirare un lungo
respiro e confrontarci con noi stessi entro un contesto
riorganizzato.
- Allora
potremmo realizzare di condurre una vita che non sentiamo più
nostra, che ci sembra sprecata; perché non siamo più in grado di
recuperarne il senso, perché non ci sentiamo più utili; le
nostre azioni potrebbero sembrare non più necessarie e senza una
meta, senza uno scopo chiaro e condiviso dalla nostra psiche.
- L'ansia è il
segnale che ci stiamo sforzando di essere quello che in fondo
non siamo.
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